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NUTRIZIONE E FALSI MITI | SARA INTERVISTA ALBERTO FUSCO (PARTE II)

Gennaio 2022 Siamo al nostro secondo appuntamento con Alberto Fusco, nutrizionista che collabora con noi da qualche anno . Ci siamo lasciati, l'articolo scorso, con una gustosa ricetta.. voi l’avete provata?!

Inoltre, qualche curiosità era rimasta in sospeso, ed è per questo che, casualmente poco dopo le feste di Natale, vogliamo toglierci ogni dubbio!

Diversi percorsi di studio si occupano di alimentazione, ma nello specifico, quali sono le competenze che si acquisiscono? Scelgo di consultarmi con un nutrizionista o con un dietista? Qual è la differenza sostanziale?

“Il dietista è una figura sanitaria, con una laurea triennale + esame di stato e regolare iscrizione all’albo professionale di riferimaneto. Può redigere diete sotto prescrizione del medico curante in ospedale o privatamente. Il biologo nutrizionista è una figura sanitaria, con laurea quinquennale + esame di stato e regolare iscrizione all’albo professionale di riferimento. Può prescrivere diete in totale autonomia, quindi senza la prescrizione del medico curante ed esercitare privatamente o in ospedale come dirigente ospedaliero, solo previo specialità in scienze della nutrizione umana di ulteriori 4 anni .”

A chi consigli di iniziare un percorso di nutrizione?

“Il percorso di nutrizione non è consigliato solo per chi è in sovrappeso o obeso, ma è uno strumento utile ad atleti amatoriali /professionisti o a chiunque soffra di disturbi come: reflusso gastrico, gastrite, cattiva digestione, intolleranze alimentare, celiachia, diabete o altre problematiche legate ad una scorretta alimentazione .”

Forse la difficoltà più grande è cominciare.
Abbiamo compreso che tutti possono trarre qualcosa di positivo da un consulto nutrizionale esperto. Siamo diversi, con esigenze differenti, ma se impariamo come prenderci cura della nostra casa, che è il nostro corpo, non ci sarà più il timore di gustarsi un buon pasto in compagnia!

Vi lascio a questa riflessione..

Lo "sgarro" esiste davvero?

Alberto ci ha risposto così:

“Direi proprio di no, già la parola in sé genera immediatamente un senso di colpa… Io parlerei più serenamente di un pasto “pasto libero ,se vogliamo dagli un nome, inteso come convivialità e buona cucina.
Colpevolizzarsi per aver mangiato una pizza o per aver mangiato un croissant, non ci aiuterà di certo nel percorso alimentare… Dieta vuol dire stile di vita e deve comprendere tre componenti: alimentare, motoria ed emotiva, ovvero mangiare in modo sano ed equilibrato, includendo anche piatti più articolati ( evitando junk food in genere), fare esercizio fisico in modo regolare e non sentirsi in colpa per una lasagna o pizza mangiata in compagnia; anzi ci farà soltanto bene … Non si ottengono risultati con diete “super restrittve”, oppure cena tra amici con un’insalata. Servono piccoli cambiamenti nel quotidiano, che non toccano solo la sfera alimentare.
MI spiego meglio : organizzare spesa e cucina ,anche se siamo di corsa, evitando così di saltare i pasti . Non usare cibi pronti, ma cucinare cibi freschi, ritagliarsi del tempo per l’attività motoria e porsi degli obiettivi reali e raggiungibili …

Articolo a cura della dott.sa Sara Santa